Cinque storie di guarigione dalla clinica psichiatrica.
Come racconta nella sua biografia, Massimo Monterotti ha condiviso con la Lidap parte del suo percorso di vita nel mondo del volontariato. Da queste sue esperienze nell’universo del disagio psichico ha realizzato questo libro che parla di percorsi di guarigione. Spesso non sappiamo quanto sono lunghi tali percorsi, ma siamo certi che quella fioca luce che vediamo a volte lontana è una meta che prima o poi viene raggiunta.
Parliamo della pubblicazione citando alcune testimonianze che abbiamo raccolto tra i lettori del suo libro.
Roberta Luprano. Se mi seguite da un po’, sapete quanto io tenga a tematiche di divulgazione, salute mentale e, in generale, a tutto ciò che oggi è un tabù, ma che in realtà è fondamentale per la nostra vita.Oggi, quindi, sono qui a segnalarvi quest’uscita a cui tengo molto: “Steven decide di guarire” di Massimo Monterotti. Esce oggi, 15 febbraio 2022, edito da Dragonfly Edizioni. Steven è un uomo adulto che soffre di depressione e, quando gli succede, decide spontaneamente di andare in una clinica psichiatrica per farsi curare e tornare a stare bene. All’interno della clinica incontrerà altri ospiti, come piace chiamarli. Perché “pazienti” suona male. Ospiti è molto meglio. Con queste persone legherà molto e saranno una parte fondamentale per lui, per poter guarire e stare meglio. Nei momenti di ricaduta, di massimo sconforto, i suoi amici saranno lì a sostenerlo perché riescono a capirlo e a comprenderlo, come spesso invece non accade con la gente che non soffre di questi disturbi. Sì, perché questo spesso capita. Le persone che non ne soffrono o ne hanno mai sofferto, possono tendere a minimizzare e a risolvere tutto con un semplice “dai, sforzati e tirati su”. Con Steven impariamo che non sempre è facile. Entriamo nelle dinamiche della sua mente e capiremo come funzionano i pensieri di una persona che soffre di quei problemi. La forza di “Steven decide di guarire” sta proprio nel fatto che è ambientato in una clinica psichiatrica e, a suo modo, ci porta nella mente e nei pensieri di questi pazienti. Così facendo impariamo ad allontanare il pensiero dai soliti tabù che sono presenti nelle persone quando si inizia a parlare di problemi mentali. Con uno stile semplice e diretto, Monterotti non ha problemi nel mostrare la verità di queste realtà e di questi disturbi. Da questo libro possiamo imparare a conoscere, capire e, un giorno, forse comprendere queste situazioni. A non pensare “quello è pazzo” soltanto perché è stato ospite in una clinica psichiatrica. Il protagonista Steven è una persona di gran coraggio perché in grado di riconoscere in lui un problema, dopo un percorso durato anni, e di risolverlo. Tante volte, invece, questo non avviene per le più disparate motivazioni. Il non sentirsi accettati o capiti dagli altri, paura di essere giudicati. Negli ultimi anni si parla molto di più di salute mentale rispetto a tanti anni fa, ma i tabù da abbattere sono ancora moltissimi e, grazie a libri come questi, si fanno sempre dei passi in avanti. La semplicità di questi cinque amici e del loro rapporto, ci accompagnano dentro questo nostro percorso personale verso la presa di coscienza e la comprensione. Trovo che le parti più interessanti del libro siano i ragionamenti del gruppo di amici. A volte potremmo trovarci in disaccordo, altre volte no, ma restano i loro pensieri e il loro modo di pensare, seppur distorto e magari diverso. Ma forse è proprio questo che non è sempre chiaro: essere diversi è ok, ognuno nella sua unicità ha qualcosa da dare agli altri e io mi sento di dire questo libro, a me, grazie all’autore, a Steven e ai suoi amici, ha dato molto.
Rosa Olivieri. A Massimo i miei migliori complimenti per aver pensato, scritto e pubblicato questo libro. Mi auguro che serva a sensibilizzare anche chi non è “addetto ai lavori” al fine di accogliere, comprendere e imparare a veder gli “ospiti” come persone degne di rispetto e dalle quali abbiamo molto da imparare! Spero quindi che la stigmatizzazione sparisca dalla mente e dalla cultura dei cosiddetti “normali” perchè non dobbiamo mai dimenticare di fronte a quali “sfide” ci pone la vita e come saremo in grado di fronteggiarle. Tutti noi abbiamo una parte sana e una parte “malata”. Tutto fila liscio fino a quando questa parte sana riesce a compensare. Per questo mi permetto di augurare una… Buona vita a tutti, me compresa!
Diego. Un romanzo che affronta i diversi aspetti della depressione studiati su 5 individui diversi, ognuno con un aspetto differente dello stesso disturbo. La narrazione è scorrevole e piacevole. Lo consiglio vivamente!